Sguardo sul creato

Puoi leggere l'introduzione degli itinerari di preghiera

https://www.spianessa.it/un-percorso-per-lo-spirito


SGUARDO SUL CREATO 

(vicino alla sbarra di ingresso presso il gufo)

A Spianessa la grande maestra è la natura. Da ascoltare e da guardare stupiti. Abbiamo bisogno di fermarci a guardare, per lasciare spazio al silenzio che sempre più è ospite estraneo e lontano delle nostre giornate. Fermarsi e guardare le montagne con i diversi colori e le varie sfumature durante le stagioni: il timido verde nella primavera, il verde intenso e caldo con le sfumature d’oro nell’estate, il color ruggine nell’autunno quando i castagni svestono il loro manto e depositano sul terreno un tappeto brunito, il bianco della neve d’inverno che fioccando copre ogni ramo e reca silenzio e attutisce ogni rumore.

E poi le montagne sullo sfondo, i crinali su cui si distingue il Libro Aperto: anche le montagne sono libri su cui imparare a leggere il respiro dell’ambiente e la nostra vita in esso. E il cielo, dalla tenue luminosità dell’alba, all’intensità del blu dei pomeriggi estivi, al buio della notte solcata dalle stelle. Il cielo stellato, nelle notti d’estate e nelle notti d’inverno: stare sotto il cielo stellato, lasciandosi trasportare dal brillare delle piccole luci che trapuntano la volta celeste è un dono da accogliere e vivere in questo luogo di pace. Sotto il cielo stellato si impara a contemplare, a rimanere stupiti, a rientrare in se stessi, ad ascoltare una chiamata, a vivere la gratuità della luce che si dona e si riflette. 

Terra acqua cielo (In principio)

Lodate di Paolo Migani

Amazing grace – Amici miei – Harmonica

Amici miei – corale Scandiano

In ascolto della Parola

Salmo 104

Anima mia benedici il Signore

come sei grande, Signore mio Dio!
Sei vestito di bellezza e di splendore,
sei avvolto in un manto di luce.


Tu distendi i cieli come una tenda
innalzi sulle acque le tue dimore
delle nubi fai il tuo carro
e danzi sulle ali del vento.

Hai dato un fondamento alla terra

perché resti nei secoli incrollabile 

le hai dato come veste l’oceano

le cui acque coprivano i monti

al tuo rimprovero sono fuggite

si sono ritirate alla voce del tuo tuono.


Da sorgenti mandi acque nelle valli
scorrono in mezzo alle montagne

dissetano gli animali dei campi

gli asinelli si tolgono la sete

gli uccelli del cielo vi aleggiano al di sopra

tra le fronde compongono canti.

 

Dalle tue dimore irrighi le montagne

sazi la terra con il frutto del tuo agire

fai germogliare i prati per le greggi

e i campi che l’uomo coltiva.

 

Dalla terra trae l’uomo il suo cibo

il vino che rallegra il suo cuore

l’olio che fa brillare il suo volto

il pane che al cuore umano dà forza.

 

Si saziano gli alberi del Signore

i cedri del Libano da lui piantati

su di essi gli uccelli fanno il nido

sui cipressi la cicogna ha la sua casa,

ai camosci le alte montagne

agli iraci il rifugio delle rocce. 

 

Hai fatto la luna per segnare le date

e il sole che conosce il suo tramonto

fai scendere la tenebra ed è notte

in essa si aggirano gli animali dei boschi

verso la preda ruggiscono i giovani leoni. 

 

Quanto numerose le tue opere, Signore!

Le hai fatte tutte con sapienza,

delle tue creature è piena la terra.

 

Ecco il mare esteso e profondo

con il brulicare di animali giganti e minuscoli

al di sopra lo solcano le navi

e vi gioca il Leviatan da te plasmato. 

 

E tutti contano su di te

che tu dia loro da mangiare a suo tempo

tu lo doni: essi lo raccolgono

apri la mano: si saziano di beni.

 

Canterò al Signore finché vivo

farò inni al mio Dio nella mia esistenza

il mio meditare gli sia gradito

perché la mia gioia è nel Signore. 

anima mia, benedici il Signore.

 

Mt 6,25-30: 25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi? 


Per la riflessione


Immagino lo sgrovigliarsi lento dei colori dal gran gomitolo del caos. Alcuni studiosi sostengono che il primo colore emerso al mondo fosse il giallo nelle sue varie sfumature che è anche il colore prevalente dei primi fiori della primavera. E poi, via via, l’azzurro del cielo, il verde dei prati, il giallo delle messi, il viola dei mari tempestosi, il rosso delle nuvole al tramonto e tutti i colori dell’arcobaleno: quel grande arco del cielo, reso da Dio simbolo dell’alleanza. Il mondo si anima, vibra e prende vita proprio grazie ai colori; e penso allora quanto sia giusto, Signore, ringraziarti per questa bellezza che hai seminato in terra.

E come Francesco compose il cantico delle creature esprimendo la sua riconoscenza per il sole, la luna, l’acqua, il fuoco e tutto quanto popola l’universo, io vorrei comporre un canto, tanto più piccolo e modesto, rendendoti grazie per il giallo, il viola, il rosso, il verde, l’azzurro e tutti i colori con i quali hai tinteggiato il mondo. (…) I colori sono la buccia delle cose, l’esterno che irradia vibrazioni luminose. Perciò ringraziarti dei colori significa ringraziarti di tutto ciò che esiste perché tu hai fatto belle tutte le cose, ed esistono colorate!

Ti ringrazio per le fioriture degli alberi da frutto: il bianco dei ciliegi, il rosa dei peschi, il bianco-rosso dei meli. E poi, dopo la fioritura, sui rami nudi, ecco il mantello delle foglie con tutte le sfumature del verde.

Ti ringrazio per le messi di giugno, macchiate di fiordalisi e di papaveri. E, in autunno, per la terra bruna e per la dolce sinfonia dei grigi. Poi, in inverno, c’è il bianco della neve. Il bianco è la somma dei colori, è la somma di questi tuoi doni policromi. E, sempre in inverno, c’è il fuoco, che colore ha Signore il fuoco? È bianco? Giallo? Rosso?  È tutto insieme: è soprattutto luce, calore, splendore vivo che sventola e scoppietta.

E poi, in cielo la luna: rossastra quando compare bassa all’orizzonte, bianca e splendente quando sta nel mezzo del cielo. Ti ringrazio Signore per la luna e per il sole quando tramonta in un tripudio di rosso e arancio e ti ringrazio per la notte, quando i colori sembrano tutti spenti ma su nel cielo possiamo vedere brillare le stelle.

E sulla terra può accadere di vedere accendersi nel buio due gemme verdi: sono gli occhi di un gatto che, con passo felpato, cammina nella notte in cerca di una preda o in cerca di amore: di altre due gemme verdi alle quali accostarsi e accoppiarsi. E tu certo, Signore li guardi con gioia, questi due mici, che celebrano il trionfo della vita che si tramanda e continua, nel gran tripudio dei colori, che tu hai sparso nel mondo.

(“Quasi una preghiera” ed. 2012 Einaudi di Adriana Zarri pag. 64-65)

 

La nostra preghiera per la terra si fa anche preghiera per noi, per il nostro rispetto, per la nostra armonizzazione.

Dacci rispetto per ogni animale e ogni pianta, facci comprendere che non solo la rosa è bella, ma anche i rovi e le ortiche dei fossi; e non soltanto la farfalla ma anche il bruco che rosica le foglie e il lombrico che, umile e paziente, scava le sue gallerie sotto la terra rendendola più soffice e più fertile. E dacci cuore per amare le rose e le spine, la rugiada e anche il fango. Dacci occhi attenti per cogliere le accensioni dei tramonti e i pallori delle nebbie, gli stracarichi rossi e le sfumature morbide di grigio, lo splendore del sole e il pallore della luna. Dacci orecchie sensibili per ascoltare lo scoppio del tuono e il fruscio della brezza, il canto del gallo mattutino e il tonfo della rana nello stagno. Dacci narici attente per cogliere l’inebriante profumo della prima erba e l’odore amaro delle foglie cadute e macerate, la fresca fragranza dei fiori e l’odore afoso della terra crepitante nel sole. E dacci mani amorose per sfiorare la frescura del prato e la corteccia rugosa degli alberi, mani per impastarsi con la terra e affondarsi nel pelo morbido di un gatto.

Quest’ascolto del mondo che entra da tutte le porte del corpo, è una premessa, una preparazione, una pedagogia che ci introduce all’ascolto di te. Perché l’attitudine all’accoglienza non s’improvvisa e, se non sappiamo ascoltare i suoni, i rumori e i mormorii del mondo non sapremo neanche ascoltare la tua voce che è più sottile della brezza dell’aria.

(“Quasi una preghiera” ed. 2012 Einaudi di Adriana Zarri pag. 184-185)


Quando ci si rende conto del riflesso di Dio in tutto ciò che esiste, il cuore sperimenta il desiderio di adorare il Signore per tutte le sue creature e insieme ad esse, come appare nel bellissimo cantico di san Francesco d’Assisi:

“Altissimo, onnipotente, buon Signore

tue sono le lodi, la gloria e l'onore

ed ogni benedizione.

A te solo, Altissimo, si confanno

e nessun uomo è degno di te.

Laudato sii, o mio Signore

per tutte le creature,

specialmente per messer Frate Sole

il quale porta il giorno che ci illumina

ed esso è bello e raggiante con grande splendore:

di te, Altissimo, porta significazione.

Laudato sii, o mio Signore

per sora Luna e le Stelle:

in cielo le hai formate

limpide, belle e preziose.

Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento

e per l'Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo

per il quale alle tue creature dai sostentamento.

Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua

la quale è molto utile, umile, preziosa e casta.

Laudato sii, o mio Signore, per frate Fuoco

con il quale ci illumini la notte:

ed esso è robusto, bello, forte e giocondo.

Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra

la quale ci sostenta e governa

e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba.

Laudato sii, o mio Signore

per quelli che perdonano per amor tuo

e sopportano malattia e sofferenza

beati quelli che le sopporteranno in pace

perché da te saranno incoronati.

Laudato sii, o mio Signore

per nostra sora Morte corporale

dalla quale nessun uomo vivente può scampare.

Guai a quelli che morranno nel peccato mortale

beati quelli che si troveranno nella tua volontà

poiché loro la morte non farà alcun male.

Laudate e benedite il Signore e ringraziatelo

e servitelo con grande umiltà”.

I Vescovi del Brasile hanno messo in rilievo che tutta la natura, oltre a manifestare Dio, è luogo della sua presenza. In ogni creatura abita il suo Spirito vivificante che ci chiama a una relazione con Lui. La scoperta di questa presenza stimola in noi lo sviluppo delle «virtù ecologiche»

(Papa Francesco, Lettera enciclica Laudato sì sulla cura della casa comune pag 87-88)


Preghiera

Tra il profilo del monte

e il discendere del prato

l’aria e il vento

carezzano il viso.

Quando le prime luci timide arrivano

con la brezza del mattino

e quando a sera le ombre

si fanno lunghe

tutto sembra fermarsi

in un attimo di silenzio

nella vastità di un mondo

che lega insieme valli e cime

crinale e colline sino al mare.

In questo sostare

tutto si fa solo sguardo

che spazia e riposa

ad inseguire il cielo e il vento

ed una parola di grazie

e meraviglia

sale nel cuore.