Presso la Croce del Risorto

Puoi leggere l'introduzione degli itinerari di preghiera

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PRESSO LA CROCE DEL RISORTO (presso lo spazio per le celebrazioni esterne accanto alla casa)

Davanti al crocifisso siamo invitati a leggere tutta la vita di Gesù: l’intero suo cammino è stato vissuto nel dono e nel servizio. I suoi gesti hanno portato liberazione e guarigione a chi ha incontrato. Le sue parole hanno raccontato il volto di Dio Padre che ci accoglie ed hanno indicato il sogno di Dio di una storia nuova in cui essere fratelli e sorelle.

Questa immagine del crocifisso è aperta al centro: lascia infatti uno spazio libero ed un vuoto che rinvia ad una dimensione che sta oltre, aperta. Il colore marrone richiama il legno della croce, il colore verde indica la speranza che da lì nasce. Gesù è passato attraverso la morte per essere fedele all’amore sino alla fine. Ma non è rimasto chiuso nella morte. L’ultima parola del suo cammino è la vita: il Padre lo ha risuscitato e lo ha rialzato. La croce è segno dell’amore. Le braccia aperte di Gesù accolgono ogni sofferenza: Gesù affrontando l’ingiustizia, e la condanna si è reso solidale con tutte le vittime dell’ingiustizia. La sua croce rinvia alla sua sofferenza ma in profondità è il segno dell’amore vissuto sino alla fine in modo nonviolento. Gesù visse la fiducia senza riserve verso il Padre. La croce si apre verso il cielo. Gesù è il vivente risorto, che ci convoca attorno a lui e ci invia nel soffio dello Spirito. Nella sua assenza oggi Gesù è presente nella nostra vita e ci invita ad incontrarlo e ad essere testimoni di Lui.

In ascolto della Parola

Lc 24,1-12: 1 Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: «Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno»». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.

Gv 21,19-23: 19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati

 

At 1,6-11: 6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
9Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. 10Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro 11e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Per la riflessione

In realtà chi fa un’esperienza d’amore, fa un’esperienza di eternità. Lo possono dire gli amanti che, quando si ama veramente, gli orologi si fermano, il respiro sparisce. Ora, se noi umani possiamo fare questa esperienza di eternità in ogni gesto d’amore, quale esperienza di eternità può aver fatto l’uomo, che era l’amore, nel corso della sua vita terrena? Gesù era già risorto prima della croce e quando la morte lo incontrò, lui, il risorto, è passato semplicemente oltre.

Ebbene, aver fede nella resurrezione significa avere la consapevolezza che la barriera, la pietra pesantissima del sepolcro, che faceva sembrare la morte definitiva, è frantumata, perché nella libertà di donare la propria vita agli altri per amore, la morte è trasformata.

Sì, Cristo è veramente risorto, e lo sperimentiamo ogni volta che ci impegniamo a vivere secondo il suo esempio, le sue parole, i suoi gesti di bontà, di umanità, di giustizia, di dignità verso i poveri.

(Paolo Scquizzato, La ferita e la luce, pp. 212-215)

 

Ma tu avevi nel cuore la Torah, Parola sempre viva, che spinge oltre.

E poi…non mostravi molto rispetto per i “notabili del paese”, anzi, non perdevi occasione di denunciare le loro angherie, le ingiustizie, le ipocrisie.

Ma toccasti alcuni “punti” con estrema “imprudenza”. Ti sarai pure reso conto che apostrofare i capi e smascherare le loro imposture non sarebbe passato inosservato…Eppure hai fatto di peggio ai loro occhi…Là nel Tempio, hai osato contrastare il mercato… ed hai parlato di una spelonca di ladri...È stata la tua fine… Consegnato dalle autorità religiose al potere romano come sovvertitore, ti eri tagliata ogni via di scampo. 

Tu, innamorato di Dio e innamorato della vita, decidesti allora che non saresti tornato indietro, non avresti “diplomaticamente” cercato di salvare la pelle con qualche furbizia. Non barattasti la tua libertà annacquando il tuo messaggio e il tuo impegno contro i dominatori delle coscienze e delle persone.

Ci hai lasciato questa straordinaria testimonianza anche perché si era fatta strada in te, giorno dopo giorno, la consapevolezza che Dio ti aveva affidato una missione profetica particolare. Tu decidesti di essere fedele fino in fondo, come già aveva fatto il tuo maestro Giovanni il battista. E fu così: per le tue scelte fosti crocifisso.

Franco Barbero, Senza chiedere permesso, 106-107.

 

Sento che il tuo messaggio è vivo in tanti cuori e la tua resurrezione continua (...) Dio continua a operare la tua resurrezione attraverso chi lotta contro la guerra, le ingiustizie, la violenza e tiene viva la speranza che “un mondo altro è possibile”. Fare Pasqua per me significa collocarmi umilmente, ma decisamente, sulla tua strada sapendo che, come Dio ha reso feconda la tua vita, così può rendere fecondo ogni nostro sforzo verso l’amore e la giustizia. Caro Gesù di Nazareth, voglio riporre nel cuore la tua testimonianza di totale fiducia in Dio e poi… continuerò a cercare di seguire le tue tracce nel mio stile di vita quotidiano con milioni di altre donne e di altri uomini.

Franco Barbero, Senza chiedere permesso, 108.

Alla croce

Ci guardi ancora Gesù

dalla tua croce

con le tue braccia aperte

senza parole

nella luce

e con le ferite che

rimangono

a dire che sei vicino

ad ogni ferito e

umiliato

le tue braccia sono ali

che sollevano i senza speranza

inviti all’accoglienza

racconti che la vita

può essere spesa

per amore.

Ci prendi con te

Ci fai salire

Tu che sei disceso

Tu che ti sei fatto povero

Ci accompagni

a scoprire

la gioia del dono

l’apertura alla comunione

il senso del servizio