La Barca

Puoi leggere l'introduzione degli itinerari di preghiera

https://www.spianessa.it/itinerari-di-preghiera


LA BARCA (Sotto l'Altare della cappella)

Barca è un mezzo per solcare il mare, per attraversare tratti di acqua che separano le terre ed è strumento di lavoro per i pescatori, oppure luogo di sport e di svago per chi salendo in una barca anche piccola cerca pace tranquillità. La barca è simbolo della chiesa che procede tra le incertezze delle acqua, anche nella tempesta e nella calma e trova nel suo Signore la fiducia sulla sua parola. Perché avete paura? Barca è simbolo di una comunità che si rinnova e va verso le persone anche sfidando il mare aperto e talvolta tempestoso come Gesù che parlava alle folle da una barca sul mare. Sulla barca l’albero maestro è la presenza di chi la sostiene, il crocifisso che indica la direzione. La barca può stare nella tempesta e le onde la minacciano ma può affidarsi alla presenza di chi ci salva sempre.

Una navigazione è il viaggio che ognuno di noi deve compiere nella vita per combattere la buona battaglia e conservare la fede e lo Spirito santo, soffio di vita e di amore, gonfia le nostre vele e ci sostiene facendo andare avanti.

Questa barca è costruita con il legno delle barche che sono naufragate cariche di migranti, delle loro speranze, delle loro attese. Questi legni sono segno tangibile di sofferenza e di ricerca di salvezza. Questi poveri che vanno alla ricerca di pane, di dignità, di pace e di un futuro per i propri figli sono i crocifissi di questo nostro tempo e molte volte la loro vita trova la fine tra le onde del mare. Questa tragedia che si prolunga da molto tempo vede purtroppo l’indifferenza, la chiusura e la cattiveria di un mondo opulento o impaurito che non si apre alla compassione. Comprendere che nel cammino dell’umanità siamo tutti sulla stessa barca sarebbe un importante passaggio di consapevolezza e oggi la chiesa è chiamata in modo particolare ad essere testimone di questo legame di fratellanza e sorellanza da accogliere e sostenere tra tutte le persone della terra.

Preghiera

Sali sulla mia barca, Signore!
Tante volte ho avuto l'impressione
che la mia vita
sia come una notte trascorsa
in una pesca fallita.
Allora mi assale la delusione,
mi prende il senso dell'inutilità.

Sali sulla mia barca Signore,
per dirmi da che parte
devo gettare le reti,
per dare fiducia ai miei gesti,
per capire che non devo
lavorare da solo,
per convincermi che il mio lavoro
vale niente senza di te,
senza la tua presenza.

Sali sulla mia barca Signore,
per donare calma e serenità.
Prendi tu il timone:
accetto di essere tuo pescatore.
Insieme pescheremo, Signore,
e giungeremo sicuri
al porto della vita.  (ac)

 

Per riflettere

“prego che, quando le rive/ si allontaneranno fino a sparire/ e la nosra barca non sarà più/ che un puntino gettato/ fra onde ribollenti, pronte a inghiottirla,/ Dio guidi la nostra rotta./ perché tu sei un carico prezioso, Marwan,/ il più prezioso di tutti. / Vorrei che il mare lo sapesse. / Inshallah” (Khaled  Hosseini, Preghiera del mare, SEM, Milano 2018)

 

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.

Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.

(papa Francesco, discorso in piazza san Pietro, pandemia 27 marzo 2020)