Il Luogho della Memoria

Puoi leggere l'introduzione degli itinerari di preghiera

https://www.spianessa.it/itinerari-di-preghiera


IL LUOGO DELLA MEMORIA (sopra la legnaia, al cippo tra i castagni centenari)

Ci sono angoli nascosti che riportano al ricordo. Ricordo di chi è passato, ricordo di chi ha lasciato un’eredità di bene, ricordo di chi con la sua fatica, le sue scelte e la sua testimonianza  ha aperto i sentieri su cui noi oggi possiamo camminare. Sono ricordi da custodire e da coltivare perché solo affondando le radici al fondo della terra un albero può ancora germogliare e dare frutti. Così la storia della nostra associazione che in questi luoghi ha vissuto un cammino lungo cent’anni. Sono cent’anni di nomi, di volti, di menti, di sogni e speranze, di impegni e di progetti, di incontri ed esperienze che insieme costituiscono una storia fatta di legami, di affidamento, di tradizione.

I luoghi della memoria ci riportano al ricordo di momenti difficili, alla forza e alla speranza che hanno guidato quanti hanno resistito nel tempo della difficoltà, ci riportano ai sogni di chi ha pensato al futuro a chi veniva dopo. E ci rendono così capaci di camminare ancora... 

In ascolto della Parola di Dio : Dalla lettera agli Ebrei (Eb 11,8-16)

Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
9Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
11Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. 12Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
13Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. 14Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. 15Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; 16ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città

 


Per la riflessione

«Della memoria io personalmente, da un certo punto della vita, ho fatto il mio compito, la mia missione esistenziale. Perché ero ancora una bambina quando sono stata espulsa dalla scuola, uno shock enorme sentirsi esclusa senza aver fatto niente di male. Cominciai a chiedere, a tormentare tutti con i miei “perché?” ma nessuno voleva rispondermi. In famiglia erano tutti preoccupatissimi delle mie reazioni, quindi ho cominciato a superare quello poi fu solo l'inizio rispetto a tutte le espulsioni che abbiamo ricevuto dopo. Pian piano, ma sempre di più, sentivo dire in famiglia di cugini, di altre persone che “partivano”, di vite interrotte... sì perché a volte si interrompevano e poi ripartivano, ma qualche volta si interrompevano del tutto e qualcuno si suicidava, qualcun altro diventava anche più forte per via dell'interruzione, altri infine sono diventati insensibili e si sono buttati tutto dietro le spalle. Io ho avuto questo “inizio” e dopo ho seguito la sorte della mia famiglia cioè il mio papà e i nonni, perché non avevo fratelli e la mia mamma è morta quando avevo pochi mesi. Eravamo quindi unitissimi, ma li ho persi tutti così presto…  mi son trovata nel 1945, non avevo ancora compiuto 15 anni, che i miei erano già stati uccisi tutti. Sono stata l'unica sopravvissuta della famiglia paterna insieme a uno zio che era scappato per tempo. Poi mi sono sposata prestissimo e, a 21 anni, avevo già un figlio, che oggi ha 70 anni. Ho vissuto la mia vita, per lungo tempo, volendo innanzitutto godere il presente. Sono stata molto innamorata di mio marito Alfredo, che è morto 14 anni fa. Alla memoria quindi per molto tempo non ho pensato. Del resto la memoria ce l'ho attaccata al braccio, quindi non è che mi possa mai sfuggire, né io voglio sfuggirle perché sono io quella, non un'altra persona. Poi però qualcosa è cambiato, attorno ai miei 60 anni. Quando sono diventata nonna. Ho capito che ero stata, mio malgrado, una testimone e quindi lo ero per sempre. Quel giorno del 30 gennaio 1944 io ero salita su quel treno e la mia vita era cambiata, che altro potevo fare se non raccontare? °(...)n La memoria è la mia missione, il punto centrale della mia vita, perché ho visto di persona quello che è accaduto e per me tutto questo è indimenticabile, sotto tutti i punti di vista.  E' per questo quindi che, con grande umiltà, ho cominciato a parlare e ho smesso solo un anno e mezzo fa, con l'ultimo incontro pubblico presso la Cittadella di Rondine, ad Arezzo. Non vado più infatti nemmeno nelle scuole, ormai sono molto vecchia e non posso prendermi nuovi impegni. Raccontare lo devo anche ai membri della mia famiglia, gli uomini della mia vita, i miei nonni, il mio papà e poi mio marito e i miei figli... Il “principe della memoria”, è stato il mio papà Alberto, in onore di lui e dei nonni e di tutto quello che ho visto con i miei occhi ho deciso di votarmi alla memoria. (Liliana Segre conversazione con Andrea Monda)